BEGIN:VCALENDAR VERSION:2.0 PRODID:-//Sistema Museale di Ateneo - ECPv6.3.3.1//NONSGML v1.0//EN CALSCALE:GREGORIAN METHOD:PUBLISH X-WR-CALNAME:Sistema Museale di Ateneo X-ORIGINAL-URL:http://www.sma.unipr.it/it/ X-WR-CALDESC:Eventi per Sistema Museale di Ateneo REFRESH-INTERVAL;VALUE=DURATION:PT1H X-Robots-Tag:noindex X-PUBLISHED-TTL:PT1H BEGIN:VTIMEZONE TZID:Europe/Rome BEGIN:DAYLIGHT TZOFFSETFROM:+0100 TZOFFSETTO:+0200 TZNAME:CEST DTSTART:20230326T010000 END:DAYLIGHT BEGIN:STANDARD TZOFFSETFROM:+0200 TZOFFSETTO:+0100 TZNAME:CET DTSTART:20231029T010000 END:STANDARD BEGIN:DAYLIGHT TZOFFSETFROM:+0100 TZOFFSETTO:+0200 TZNAME:CEST DTSTART:20240331T010000 END:DAYLIGHT BEGIN:STANDARD TZOFFSETFROM:+0200 TZOFFSETTO:+0100 TZNAME:CET DTSTART:20241027T010000 END:STANDARD END:VTIMEZONE BEGIN:VEVENT DTSTART;VALUE=DATE:20231014 DTEND;VALUE=DATE:20240415 DTSTAMP:20240329T103939 CREATED:20231003T085132Z LAST-MODIFIED:20240325T084939Z UID:31101-1697241600-1713139199@www.sma.unipr.it SUMMARY:Walter Albini: la mostra allo CSAC fino al 14 aprile DESCRIPTION:Csac – Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma\, inaugurata\,  sabato 14 ottobre 2023\, una mostra monografica volta a celebrare il genio\, la visione avanguardista e l’estro creativo di Walter Albini. \nLa mostra\, in programma fino al 23 dicembre\, intende restituire l’opera di Albini dagli esordi alle ultime collezioni realizzate nei primissimi anni Ottanta\, attraverso una selezione di materiali appartenenti al Fondo Archivistico Walter Albini conservato presso il Csac. \nIl Csac possiede infatti uno dei più esaustivi ed eterogenei fondi archivistici dello stilista\, comprensivo di circa cinquemila materiali progettuali; donato nel 1983 da Paolo Rinaldi e nel 1988 da Marisa Curti\, copre un arco cronologico che va dal 1967 circa al 1982.   \nI materiali progettuali spaziano dagli schizzi giovanili\, che presentano già in nuce la poetica dello stilista\, ai bozzetti preparatori\, sino ai disegni destinati alla progettazione delle Collezioni. Unitamente ai materiali elencati in mostra sarà presente una selezione di fotografie destinate alla promozione delle collezioni\, fotografie di sfilata e materiale pubblicitario. \nQuando: 14 ottobre – 23 dicembre\nDove: CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione\, Abbazia di Valserena\, Via Strada Viazza Paradigna\, 1 URL:http://www.sma.unipr.it/it/event/walter-albini-la-mostra-dal-14-ottobre/ LOCATION:CSAC\, Strada Viazza di Paradigna\, 1\, PARMA\, 43022\, Italia CATEGORIES:CSAC,mostre,News ATTACH;FMTTYPE=image/jpeg:http://www.sma.unipr.it/wp-content/uploads/2023/10/Mostra-Albini-CSAC-immagine-notizia-3.jpg END:VEVENT BEGIN:VEVENT DTSTART;VALUE=DATE:20240121 DTEND;VALUE=DATE:20240422 DTSTAMP:20240329T103939 CREATED:20240117T150346Z LAST-MODIFIED:20240313T103543Z UID:33095-1705795200-1713743999@www.sma.unipr.it SUMMARY:“Visioni (im)possibili. Comunicazione\, utopia\, progetto nelle collezioni CSAC". La mostra DESCRIPTION:Si chiama Visioni (im)possibili la mostra d’avvio di una collaborazione triennale che lega il Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC dell’Università di Parma e il Comune di Parma – Assessorato alla Cultura. Un progetto che parte con un focus sugli anni Sessanta visti “in chiave Bauhaus” per poi dipanarsi\, nei prossimi anni\, sui Settanta e gli Ottanta. \nFucina delle iniziative sono le inesauribili collezioni che CSAC può vantare\, un tesoro a dir poco straordinario di oltre 12 milioni di pezzi. \nPrima tappa appunto Visioni (im)possibili\, in un format che sarà replicato anche nelle prossime due annualità: una doppia mostra\, una all’Abbazia di Valserena (sede di CSAC) e una in uno spazio espositivo del Comune\, ciascuna a offrire una diversa declinazione del titolo\, in un ping pong virtuoso tutto giocato sul filo rosso delle arti visive. \nA Palazzo Pigorini\, in pieno centro storico\, dal 20 gennaio al 24 marzo è di scena Visioni (im)possibili. Spazio\, luce\, movimento nelle collezioni CSAC.\nAll’Abbazia di Valserena\, dal 21 gennaio al 21 aprile\, Visioni (im)possibili. Comunicazione\, utopia\, progetto nelle collezioni CSAC. \nA partire dalle suggestioni evocate dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intorno alla necessità di un nuovo Bauhaus\, CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma\, in collaborazione con il Comune di Parma\, ha selezionato opere dalle proprie collezioni per proporre due itinerari ad hoc\, strutturando percorsi di rilettura e approfondimento sulla sperimentazione creativa degli anni Sessanta del Novecento attraverso un’ampia selezione di opere d’arte\, fotografie\, progetti di architettura\, moda\, design e grafica conservati nelle raccolte dell’archivio-museo universitario. \nIl concetto guida della duplice mostra ruota intorno al tema dell’eredità di Bauhaus nel Novecento\, in senso interdisciplinare e con particolare attenzione agli anni Sessanta\, quando la progettualità come base dell’opera\, il lavoro collettivo e i risvolti sociali della ricerca sono elementi che definiscono il lavoro di molti artisti e progettisti. Dopo la fine della guerra e la ricostruzione\, l’Italia vive negli anni Sessanta un periodo complesso\, tra boom economico e nascita della cultura di massa\, industrializzazione ed emigrazione\, urbanizzazione e provincia\, fino alla riflessione su quegli stessi modelli di sviluppo e società che si concretizzeranno alla fine del decennio. \nAttraverso l’arte\, la progettazione architettonica e urbanistica\, il linguaggio pubblicitario\, la moda\, la documentazione fotografica\, i percorsi disegnati da CSAC e Comune intendono indagare questi temi e le risposte formulate dal mondo culturale. \nL’esposizione di Palazzo Pigorini è dedicata alle opere di arte cinetica\, programmata e visuale\, tutte giocate sull’interazione tra spazio\, luce e movimento. La mostra esplora\, attraverso le raccolte CSAC\, le ricerche artistiche che si sono affermate nel panorama nazionale e internazionale tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta e che hanno posto al centro della propria attività il rapporto tra arte e tecnologia\, la dimensione progettuale e il lavoro di gruppo\, proponendo nuovi metodi di visione del reale e una relazione attiva tra opera e spettatore.\nI lavori selezionati\, realizzati da alcuni dei principali esponenti italiani e internazionali di queste tendenze (Getulio Alviani\, Davide Boriani\, Ennio Chiggio\, Gianni Colombo\, Hugo Demarco\, Gabriele Devecchi\, Juraj Dobrović\, Horacio Garcia Rossi\, Enzo Mari\, Manfredo Massironi\, Bruno Munari\, Grazia Varisco)\, includono sia opere statiche ma capaci di generare effetti ottici e quindi trasmettere allo spettatore un’idea di dinamismo\, sia oggetti estetici e interattivi che danno origine a un vero e proprio movimento grazie all’impiego di motori elettrici e sorgenti luminose. In mostra molti lavori riferibili al contesto della celebre esposizione Arte Programmata. Arte cinetica\, opere moltiplicate\, opera aperta (1962)\, curata da Munari e Giorgio Soavi nei negozi Olivetti di Milano\, Venezia e Roma. \nL’esposizione dell’Abbazia di Valserena riflette\, in prospettiva storica\, su quale sia stata l’eredità del Bauhaus\, della sua lezione che pone la comunicazione visiva al servizio della società. Grazie alla ricchezza delle collezioni CSAC\, ne è scaturito un percorso di rilettura della sperimentazione creativa in particolare degli anni Sessanta\, un momento in cui l’arte\, la moda\, la fotografia\, l’editoria e la progettazione si sono sempre più confrontate a vicenda\, in una dimensione caratterizzata da una forte attenzione al sociale\, spesso carica anche di tensioni utopiche. Si va dal superamento dell’informale – con l’intento prioritario di riportare l’opera d’arte in una relazione stretta con il pubblico\, invitato a “mettersi in gioco” nell’esperienza estetica – alle influenze pop\, optical e spaziali nella moda\, fino alla produzione in serie con i nuovi materiali plastici e alle nuove tendenze del disegno progettuale.\nIn mostra i lavori di alcuni dei più illustri artisti\, designer e progettisti di quegli anni: da Lucio Fontana a Enrico Castellani\, da Gio Pomodoro a Bruno Munari\, e poi Mario Schifano\, Giosetta Fioroni\, Enzo Mari\, Luigi Veronesi\, Franco Grignani\, Mario Giacomelli\, Carlo Cisventi\, Pier Luigi Nervi\, Roberto Sambonet\, Gio Ponti. \nI visitatori potranno avvalersi anche di un’app\, realizzata da CSAC e presentata in anteprima in occasione di questa mostra\, che li accompagnerà nel percorso\, facilitando l’accesso a contenuti aggiuntivi e di approfondimento\, attivabili in modalità di lettura\, audio e in lingua LIS dai dispositivi personali e gratuitamente. L’app è stata realizzata da CSAC nell’ambito di un progetto PNRR su accessibilità\, accoglienza e condivisione del patrimonio museale finanziato dal Ministero della Cultura. \nEntrambe le esposizioni (Valserena e Palazzo Pigorini) sono corredate da catalogo Electa\, in vendita allo CSAC e nelle librerie (€ 62) \nL’esposizione di Palazzo Pigorini è a ingresso libero\, quella di Valserena è a pagamento. I visitatori di Palazzo Pigorini potranno ricevere gratuitamente una cartolina lenticolare\, che darà diritto a uno sconto alla mostra di Valserena. \nINFO \nVisioni (im)possibili\nSpazio\, luce\, movimento nelle collezioni CSAC\na cura di Alessandra Acocella e CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione\nPalazzo Pigorini\, Strada della Repubblica 29/A\, 43121 Parma\nInaugurazione: venerdì 19 gennaio ore 18\nApertura mostra: 20 gennaio – 24 marzo 2024\nOrari di apertura: mercoledì – domenica 10 – 19 (ultimo ingresso in mostra ore 18.30)\nIngresso gratuito\npigorini@comune.parma.it\nwww.comune.parma.it/cultura \nVisioni (im)possibili\nComunicazione\, utopia\, progetto nelle collezioni CSAC\na cura di CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione Università di Parma\nAbbazia di Valserena\, Strada viazza di Paradigna 1\, 43122 Parma\nInaugurazione: sabato 20 gennaio ore 11\nApertura mostra: 21 gennaio – 21 aprile 2024\nOrari di apertura: venerdì 9 – 15\, sabato e domenica 10 – 19\nIngresso a pagamento\nintero 10 €\nscontato 5 € (con cartolina Pigorini)\nstudentesse e studenti 5 €\nscuole 3 €\nservizimuseali@csacparma.it\nhttps://www.csacparma.it/\nÈ  possibile seguire CSAC anche su FB e Instagram\n#csac #newbauhaus #europe \nIL PROGETTO DI COLLABORAZIONE TRIENNALE\nVisioni (im)possibili è il primo atto di un progetto di collaborazione triennale tra CSAC e Comune di Parma\, che sulla base di una convenzione ad hoc intendono realizzare nel triennio 2024-2026 sei eventi espositivi\, tre nella sede CSAC all’Abbazia di Valserena e tre in uno spazio espositivo del Comune\, per proporre una riflessione sulla storia recente. Le mostre avranno come elemento generatore le opere e i documenti selezionati dalle collezioni CSAC e cercheranno di gettar luce non solo sui grandi temi del dibattito culturale del periodo individuato ma anche sulle dinamiche sociali e politiche\, le trasformazioni dei linguaggi della comunicazione e i rapporti complessi e biunivoci tra arte e industria\, progettazione e cultura di massa\, documento e narrazione.\nUno degli obiettivi del progetto è infatti quello di avvicinare il pubblico a temi ed espressioni tradizionalmente considerati lontani e “di nicchia”\, strutturando le esposizioni e i cataloghi per ambiti tematici coerenti e lineari\, semplificando i linguaggi e le modalità di visita.\nPer ogni annualità si prevede l’allestimento in contemporanea di due mostre\, strettamente legate tra loro ma che potranno essere visitate anche indipendentemente l’una dall’altra. La progettazione\, il catalogo e la comunicazione saranno impostati nell’ottica di un’unica esposizione su due sedi.\nLe mostre saranno corredate da laboratori didattici ed eventi collaterali per le scuole e per il pubblico in genere URL:http://www.sma.unipr.it/it/event/visioni-impossibili-comunicazione-utopia-progetto-nelle-collezioni-csac-la-mostra/ LOCATION:CSAC\, Strada Viazza di Paradigna\, 1\, PARMA\, 43022\, Italia ATTACH;FMTTYPE=image/jpeg:http://www.sma.unipr.it/wp-content/uploads/2024/01/munari.jpg END:VEVENT BEGIN:VEVENT DTSTART;TZID=Europe/Rome:20240401T000000 DTEND;TZID=Europe/Rome:20240401T190000 DTSTAMP:20240329T103939 CREATED:20231201T114235Z LAST-MODIFIED:20240328T090626Z UID:32118-1711929600-1711998000@www.sma.unipr.it SUMMARY:Ultimi giorni per visitare la mostra "Impronte. Noi e le piante" DESCRIPTION:Visitare una mostra e ritrovarsi a sfogliare un album di famiglia\, in cui a prendere vita sotto i nostri occhi non sono i ricordi privati ma le memorie collettive e cangianti dei nostri rapporti con le piante nel corso di oltre 6 secoli. A Parma\, nella splendida cornice di Palazzo del Governatore\, sabato 13 gennaio 2024 apre al pubblico Impronte. Noi e le piante\, esposizione unica nel suo genere che ripercorre in oltre 200 oggetti figurativi (erbari storici\, illustrazioni botaniche\, stampe in nature printing e xiloteche\, ma anche fotografie moderne e immagini ad alta tecnologia) il rapporto inesauribile che lega umanità e natura\, botanica e immagini\, scienza e arte. \nRealizzata dall’Università di Parma in collaborazione con il Comune di Parma e il sostegno di Fondazione Cariparma\, Gruppo Chiesi e Gruppo Davines\, Impronte dipana nelle sue 10 sezioni il filo della memoria naturale che da sempre l’uomo cerca di cogliere e fissare\, dalla carta degli erbari alle odierne immagini satellitari dei censimenti arborei\, passando per illustrazioni\, taccuini\, modellini e persino risonanze magnetiche e sguardi ai raggi X. Al centro\, ideale e concreto raccordo tra le epoche\, l’installazione audiovisiva Artificial Botany\, a cura di fuse*\, che esplora suggestioni e capacità espressive delle illustrazioni botaniche classiche attraverso l’uso di moderni algoritmi di apprendimento automatico. \nLa mostra – visitabile gratuitamente fino all’1 aprile\, da mercoledì a domenica dalle 10 alle 19\, festivi inclusi – prevede anche visite guidate\, laboratori didattici prenotabili riservati a giovani esploratori accompagnati dai propri insegnanti e un concorso per giovani illustratori\, intensificando così il dialogo – mai interrotto – tra Parma e la sua Università. Un rapporto oggi ancora più profondo grazie all’avvio dei lavori di ristrutturazione dell’Orto Botanico\, oggetto di un significativo recupero volto a renderlo uno dei fulcri cittadini e nazionali su cui imperniare comunicazione scientifica\, educazione e ricerca condivisa\, soprattutto sui temi della cultura vegetale in ogni sua declinazione umanistica e scientifica. Nel progetto di recupero l’Ateneo è affiancato da istituzioni e realtà private del territorio: Ministero dell’Università e della Ricerca\, Ministero della Cultura\, Fondazione Cariparma\, Gruppo Chiesi e “Parma\, io ci sto!” \nMolte opere esposte portano alla luce i rapporti tra immaginario botanico e città\, dagli erbari di personaggi illustri decisi a dare il giusto valore al sapere botanico (come Luigi Gardoni\, il cui omonimo erbario farmaceutico è stato riportato alla luce solo nel 2014 dopo una permanenza silente negli armadi dell’Orto Botanico lunga più di un secolo)\, alla “donazione regale” di modelli di funghi in cera acquistati da Maria Luigia d’Austria proprio per l’Orto Botanico\, passando per storie\, notizie e curiosità contenute nell’altrettanto nutrito universo digitale composto da QR-code e video. \nRicca e varia la provenienza dei materiali\, che oltre a prestatori locali ha coinvolto strutture estere (Real Jardin Botanico di Madrid) e di prim’ordine in Italia (Orti Botanici di Padova\, Bologna\, Pavia\, Erbario Centrale Italiano di Firenze ed Enti Oliveriani di Pesaro\, tra gli altri). Al centro del percorso espositivo\, tuttavia\, vi è la raffigurazione scientifica delle piante e la sua trasformazione di stile\, di percezione\, di obiettivi: un percorso che usa la leva della bellezza per mostrare quanto sia cambiato nei secoli il nostro modo di guardare le piante e\, con esso\, la nostra opinione su di esse. \n“Si usa spesso l’espressione plant blindness per indicare la nostra scarsa capacità di notare le piante nella vita di tutti i giorni”\, spiega Renato Bruni\, direttore scientifico dell’Orto Botanico di Parma e responsabile del progetto scientifico della mostra. “Impronte nasce per evidenziare come invece studiosi e ricercatori abbiano sviluppato nei secoli una grandissima capacità di osservazione verso questi organismi\, scoprendone gradualmente caratteristiche e peculiarità. A mancare sino ad ora è stata la ribalta\, l’esposizione completa del fotoromanzo che la scienza ha costruito in secoli di botanica\, un piano sequenza per capire quanto sia cambiata la risposta a una domanda solo apparentemente innocua: “che cos’è una pianta?” Si tratta di una risposta agevolata dallo strumento visuale e dal suo portato simbolico: le immagini scientifiche delle piante sono bellissime e capaci di trasmettere concetti complessi nell’emozione di un attimo”. \nLe dieci sezioni\nArticolate in un percorso che occupa i 570 mq degli spazi espositivi situati al primo piano del Palazzo del Governatore\, le dieci sezioni in cui è organizzata la mostra accompagnano i visitatori in un viaggio nel tempo tra isole di sapere\, muovendosi tra gli estremi di un utilitarismo vecchio e nuovo che attraverso la rappresentazione vegetale approda sugli arcipelaghi delle scienze e delle arti: \n1.         L’epoca del disegno – tra decoro e studio\n2.         L’illustrazione scientifica – tra estetica e identità\n3.         A scuola di botanica – le immagini di veri saperi\n4.         Il mondo delle illustratrici – una porta verso la scienza\n5.         Le collezioni di Parma – una capsula del tempo che si apre\n6.         L’epoca della tecnologia – immagini seriali e oggettività\n7.         Fotografie e nuovi occhi – le piante oltre il visibile\n8.         Le piante e il mondo – organismi che interagiscono\n9.         Le immagini olistiche – oltre la semplice forma\n10.       Le foto di gruppo – noi e le piante in città\, nei campi\, nei boschi \nDalle riproduzioni calligrafiche all’agricoltura di precisone\, dagli erbari medioevali alla tomografia a emissione di positroni\, Impronte traccia la parabola temporale della relazione tra uomo e natura\, mostrandone tutte le declinazioni. Una mano\, anzi\, una manicula\, lo sottolinea fin dall’inizio del percorso espositivo: è quella disegnata da un ignoto lettore a margine della copia dell’Hortus Sanitatis di Johannes da Cuba (1548)\, un segno di evidenziatore ante litteram che a distanza di secoli lascia dietro di sé un’impronta ancora ben visibile\, e da cui partire. \nEcco quindi farsi strada gli erbari ad uso di medici e farmacisti\, dominati da un approccio realistico e una precisa funzione\, le tavole tratte da atlanti destinati al riconoscimento “professionale” delle erbacce da estirpare lungo le ferrovie\, ma anche i cataloghi di campioni di colore da abbinare a precise varietà e specie botaniche come l’originalissimo Répertoire de couleurs pour aider à la détermination des couleurs des fleurs\, des feuillages et des fruits che unisce esperienze e necessità di floricoltori\, artisti e scienziati. È anche grazie a una simile varietà di applicazioni che si rende necessario un avanzamento nella ricerca sulle tecniche di impressione\, litografia e galvanotecnica su tutte\, che unito alla fascinazione artistica per l’illustrazione botanica conduce rapidamente alla sua commercializzazione\, traghettandola nella modernità. Riproduzioni in serie\, stampe\, ma anche tracce di avvincenti spy-stories legate a furti e diritti di proprietà aggiungono preziosi e inimmaginati tasselli al complesso mosaico creato delle opere in mostra. Tra queste\, le rarissime riproduzioni calligrafiche di funghi in cera\, i modellini Brendel in papier mâché e le “carte di identità” lignee degli alberi\, le xiloteche o holzbuch\, che insieme contribuiscono a descrivere il superamento dalla conoscenza delle piante per mero riconoscimento verso una dimensione più ampia\, che contempla aspetti fisiologici\, ecologici e persino agronomici. \nOggetto di interesse sempre crescente\, la rappresentazione naturalistica investe anche la sfera professionale femminile\, perché è proprio passando per la porta dell’illustrazione botanica che molte donne hanno potuto accedere al mondo delle scoperte scientifiche\, storicamente dominato dal genere maschile. Un percorso lungo e non privo di ostacoli – ben sintetizzato dal video appositamente realizzato con la collaborazione del Museo Botanico dell’Università di Padova – ma colmo di grande bellezza\, la stessa che emana dalle opere originali sette-ottocentesche di Maria Sybilla Merian\, Dissertatio de generatione et metamorphosibus insectorum Surinamensium\, Elizabeth Blackwell\, A curious herbal\, e Rosalba Bernini\, di cui sono esposte alcune tavole. \nImpronte. Noi e le piante offre anche un dovuto momento di riflessione sul patrimonio di documenti storici custoditi dall’Università e da varie istituzioni cittadine (Biblioteca Palatina\, Fondazione Cariparma\, Convitto Nazionale Maria Luigia). È qui che diventano protagonisti materiali inediti o raramente esposti al pubblico (come\, oltre all’erbario Gardoni\, gli erbari Berta\, Guatteri e Jan) e il percorso conduce i visitatori alla scoperta delle nuove tecnologie impiegate per la rappresentazione delle piante. Dalle prime riproduzioni fotografiche ottenute a fini scientifici\, come quelle esotiche tratte da Asiatic Palms durante le campagne botaniche di Odoardo Beccari nel Borneo\, passando per le immagini ottenute con tecniche microscopiche\, le opere esposte esplorano un presente che corre veloce verso nuovi traguardi. Lo raccontano gli incredibili ritratti spettrografici condotti sulle piante per accelerare la selezione agronomica e le fotografie di scienziati-artisti contemporanei come Craig Burrows\, Igor Siwanovicz\, Rob Kesseler e Jan Martinek\, al contempo strumenti sperimentali di ricerca e vincitrici di premi fotografici internazionali. \nL’ultima sezione\, una prospettiva ampia e scientificamente accurata\, si apre svelando le illustrazioni moderne capaci di allargare lo sguardo dal particolare al generale\, proprio come in una foto di gruppo. Microscopie\, infrarossi\, ultravioletti\, radar\, immagini satellitari\, time lapse\, risonanze\, fluorescenze offrono la cornice ideale per riflettere sui temi che caratterizzano la nostra contemporaneità\, dal cambiamento climatico alla qualità dell’aria\, dalla sostenibilità agricola alla gestione del verde urbano e forestale. Grazie a queste nuove visioni molte conoscenze sono state approfondite e amplificate\, portando le piante da viventi “inanimati” a organismi centrati su complessità e interazione\, indispensabili alla nostra vita nelle città e sul pianeta. Questa nuova era delle immagini ci ha rivelato che le piante hanno bisogni che non possiamo più ignorare\, anche perché sono ora sotto i nostri occhi. \nL’installazione: Artificial Botany\nRaccordo tra le due macrosezioni in cui è strutturata la mostra e opera in continua evoluzione\, Artificial Botany condensa la bellezza delle immagini con la potenza della tecnologia dando vita a un’installazione audiovisiva ipnotica in cui la fluidità del processo vitale della pianta viene rappresentata a partire da una serie di illustrazioni botaniche d’epoca.\nRaccolte dagli archivi digitali opensource di illustratori di metà XIX secolo\, queste illustrazioni sono diventate il materiale didattico per un particolare sistema di apprendimento automatico chiamato GAN (Generative Adversarial Network) che attraverso una fase di allenamento è in grado di ricreare nuove immagini artificiali con elementi morfologici estremamente simili alle immagini di ispirazione ma con dettagli e caratteristiche che sembrano far emergere una reale rappresentazione umana. La macchina rielabora il contenuto creando un nuovo linguaggio\, catturando le informazioni e le qualità artistiche dell’uomo e della natura. \nLaboratori e visite guidate\nScienza e arte da vedere\, conoscere e sperimentare. Fedele alla propria vocazione di apertura e scambio con il pubblico\, l’Università di Parma arricchisce l’offerta espositiva di Impronte organizzando un ricco calendario di laboratori (a cura di Esperta) e visite guidate (a cura di Artificio). 50 appuntamenti – prenotabili attraverso il sistema museale di Ateneo – rivolti a studenti grandi e piccoli\, dalle elementari alle superiori\, in cui divertirsi a scoprire tutti i segreti della lunga storia della rappresentazione botanica. Pensate per gli adulti sono invece le speciali visite guidate durante alcuni fine settimana\, per approfondire i temi affrontati nelle dieci sezioni dell’esposizione\, tra aneddoti e curiosità. \nIl concorso: Impronte OFF\nUn concorso di illustrazione aperto a giovani disegnatori\, una mostra / happening che andrà ad arricchire il percorso espositivo e due incontri fuori città per far conoscere l’Orto Botanico di Parma non solo come luogo di studio ma anche come polo aggregativo innovativo\, pensato per le nuove generazioni. Il programma Impronte Off – ideato da Interno Verde e promosso dall’associazione “Parma\, io ci sto!” – affiancherà la mostra coinvolgendo studenti e professionisti under35\, contribuendo così a far conoscere alle ragazze e ai ragazzi il ruolo che l’Orto Botanico assumerà per il territorio.\nIl bando del concorso di illustrazione\, declinato sul tema della botanica fantastica\, verrà pubblicato lunedì 18 dicembre sul sito www.internoverde.it e resterà aperto fino a domenica 28 gennaio. Verranno selezionati dieci finalisti che esporranno i propri lavori all’interno di Impronte. Ulteriori appuntamenti volti a esplorare le potenzialità della rappresentazione botanica saranno organizzati tra febbraio e marzo sia a Milano che a Bologna. \nL’Orto Botanico di Parma\nGià nel Seicento esisteva un Giardino dei Semplici presso l’antica sede universitaria in Borgo degli Studi\, dedicato alla coltivazione di erbe medicinali. L’insediamento attuale di via Farini fu istituito nel 1770 grazie al lavoro di Giambattista Guatteri. Le caratteristiche serre settecentesche\, probabile progetto di un allievo dell’architetto di corte Ennemond-Alexandre Petitot\, furono terminate nel 1793. A Guatteri si deve la scelta di un orientamento sperimentale di impianto naturalistico\, ispirato a quello dell’Università di Padova: studio dal vivo\, floristica del territorio\, acclimatazione in serra di piante esotiche\, scambi con altri orti secondo una pratica che permane tuttora.\nA seguito del trasferimento di tutte le attività di ricerca al Campus universitario\, a partire dal 1980 la vocazione inizia a mutare. Da luogo in cui la scienza viene prodotta\, gradualmente l’Orto assume i tratti di una piattaforma in cui la scienza viene raccontata. Dopo un lungo periodo di oblio\, da alcuni anni l’Orto Botanico ha ritrovato un ruolo di primo piano nelle politiche dell’Università di Parma. Luogo emblematico e identitario per la comunità\, ospitando varie collezioni di pregio racchiude in sé la tradizione scientifica e ambientale del territorio. Il suo futuro è di uscire dalla staticità dell’hortus conclusus poco accessibile al pubblico\, divenendo invece punto preferenziale per la comunicazione scientifica\, l’educazione e la ricerca sui temi ambientali\, della biodiversità e della sostenibilità.\nL’Orto è al centro di un’iniziativa di restauro e riqualificazione\, in cui l’Ateneo è affiancato da istituzioni e realtà private del territorio\, mirata a sfruttare le collezioni in chiave moderna per sensibilizzare sui benefici delle piante alla vita umana e al contempo ricostruire la memoria storica dell’Orto\, recuperando essenze e collezioni presenti nel catalogo redatto all’epoca della sua fondazione. La nuova struttura avrà la medesima vocazione di questa mostra: raccontare la storia dei giusti rapporti necessari tra noi e le piante. \nImpronte. Noi e le piante è realizzata dall’Università di Parma in collaborazione con il Comune di Parma\, il sostegno di Fondazione Cariparma\, Gruppo Chiesi e Gruppo Davines e con il patrocinio e la collaborazione dell’Università di Padova\, le Scienze e National Geographic. \nLE DICHIARAZIONI \n“Impronte. Noi e le piante rappresenta per l’Università di Parma una sorta di “manifestazione d’intenti” verso la città. Con fondi propri e col fondamentale supporto del territorio\, in un “gioco di squadra” in cui crediamo moltissimo\, l’Ateneo ha da alcuni anni avviato per l’Orto Botanico e per il Museo di Storia Naturale un importante percorso di riqualificazione\, che proprio nel 2024 entra nel vivo con l’apertura dei cantieri. Questi due luoghi si apprestano a riacquisire il ruolo centrale che loro spetta nel tessuto culturale cittadino. I temi attorno ai quali gravita questo percorso sono i medesimi alla base dell’allestimento pensato per Palazzo del Governatore: le parole chiave sono dialogo\, contaminazione\, sostenibilità\, complessità\, coinvolgimento\, scoperta. Questa mostra rappresenta quindi un traguardo importante\, sia nei termini tangibili di un’esposizione sia in quelli immateriali ma non meno potenti della sintesi progettuale” – Paolo Martelli\, Rettore dell’Università di Parma \n“Palazzo del Governatore si trasformerà in una wunderkammer affollata di 200 elementi che schiuderanno minuti particolari botanici grazie ad una nuova e felice collaborazione tra istituzioni culturali pubbliche e illuminate realtà imprenditoriali del territorio. Per Parma si tratta anche della rivelazione di una raccolta appassionata che è andata a sostanziare gli Erbari Gardoni\, Berta\, Guatteri e Jan custoditi dall’Orto Botanico che\, per la prima volta esposti insieme\, raccontano di una privilegiata relazione della città con l’illustrazione ottocentesca ed un vivo interesse per il sapere botanico. Si tratta di un percorso saprà che saprà affascinare con romantiche impronte fané che hanno attraversato i secoli\, con le indagini stupefacenti che sanno tracciare i moderni imaging\, ma soprattutto che lascerà ai visitatori una domanda urgente e contemporanea: quali impronte stiamo lasciando?” – Lorenzo Lavagetto\, Vicesindaco e Assessore a Cultura e Turismo del Comune di Parma \n“Questo progetto espositivo ci consente di rimettere a fuoco il difficile equilibrio tra uomo e natura. Impronte. Noi e le piante consentirà alla collettività\, specialmente alle giovani generazioni\, di consolidare conoscenza e consapevolezza sul patrimonio botanico del nostro territorio\, anche grazie alla messa in rete di tutti quei luoghi che ad oggi ne tengono traccia e che rivivranno in ottica di sistema nei nuovi spazi espositivi dell’Orto Botanico. Questa mostra entra di diritto anche all’interno dell’iniziativa didattica di Fondazione Cariparma A scuola nei Musei che da oltre 20 anni si rivolge a tutti gli istituti scolastici del nostro territorio. Il pianeta è la nostra casa\, da sempre. Per poter contribuire alle sfide globali dobbiamo prima di tutto fare la nostra parte sul territorio che abitiamo\, salvaguardando la storia e la biodiversità locale\, per progettarne il futuro. Insieme” – Franco Magnani\, Presidente della Fondazione Cariparma \n“Abbiamo apprezzato da subito il progetto Impronte. Innanzitutto\, perché la mostra di Palazzo del Governatore contribuirà a valorizzare un patrimonio importante della città di Parma: l’Orto Botanico\, che custodisce un importante corpus culturale\, di cui l’Erbario Gardoni è un esempio\, ed è un luogo deputato alla conoscenza scientifica. In secondo luogo\, perché riteniamo che Impronte rappresenti lo sviluppo coerente di un percorso che abbiamo intrapreso a partire dal 2020\, con i progetti Pharmacopea prima e L’Arte della Cura poi. Il tema è la riscoperta dell’identità chimico-farmaceutica del nostro territorio. Come Società Benefit e certificata B Corp\, siamo orgogliosi di contribuire alla realizzazione di questa mostra\, per tenere alta l’attenzione sul legame tra scienza e botanica e sull’Orto Botanico cittadino” – Alessandro Chiesi\, Presidente del Gruppo Chiesi \n“Tra ciò che non possiamo vedere delle piante ci sono le radici; senza dubbio quelle del Gruppo Davines sono profondamente radicate nelle tradizioni farmaceutiche e speziali della nostra città. Dopo il progetto Pharmacopea\, con il quale abbiamo fatto rivivere insieme al Gruppo Chiesi un percorso che va dall’Orto Botanico all’Antica Farmacia S. Filippo Neri\, sono felice di aver contribuito alla nascita di un altro “prodotto culturale” che è in sintonia con la storia e l’impegno della mia famiglia\, a partire dalle prime attività di mia madre Silvana\, che oltre 40 anni fa iniziò una ricerca all’avanguardia sui migliori principi attivi cosmetici delle piante. Le riflessioni che emergono dalla mostra sui colori come declinazioni della bellezza e sulla pianta intesa come realtà unitaria olistica possiedono un fascino unico\, che accompagnerà i visitatori nella ri-scoperta della storia chimico-farmaceutica di Parma” – Davide Bollati\, Presidente del Gruppo Davines. \nL’ingresso alla mostra è gratuito e senza prenotazione. \nPrenotazioni per le scuole\, le famiglie e gli adulti. \nInformazioni sulla mostra \nColophon URL:http://www.sma.unipr.it/it/event/impronte-noi-e-le-piante-conferenza-stampa-di-presentazione-della-mostra/ LOCATION:Palazzo del Governatore\, Piazza Garibaldi\, Parma\, PR\, 43121\, Italia CATEGORIES:Conferenza stampa,Laboratorio Aperto - Complesso di San Paolo,mostre,News ATTACH;FMTTYPE=image/jpeg:http://www.sma.unipr.it/wp-content/uploads/2023/12/Mostra-Imponte-Immagine-in-evidenza-3-2.jpg ORGANIZER;CN="U.O. Sistema Museale di Ateneo":MAILTO:sistema.museale@unipr.it END:VEVENT END:VCALENDAR