COLLEZIONI ANTICHE

Collezione Bagatti
Senza dubbio la più ricca di reperti, presenta oggi un interesse puramente tassonomico in quanto non sono indicate con precisione le località di provenienza ed è quindi utilizzata principalmente come materiale di confronto

Collezione Cocconi
E’ senz’altro, e non solo storicamente, la collezione più importante che riveste ancor oggi un notevole valore scientifico. Numerose sono infatti le specie istituite da Cocconi, alcune delle quali tuttora oggetto di discussione e altre ritenute a tutti gli effetti specie valide. I reperti di questa collezione sono stati pubblicati nel 1873 nel volume “Enumerazione sistematica dei molluschi miocenici e pliocenici delle provincie di Parma e Piacenza”, nella cui parte introduttiva Cocconi sottolinea l’importanza del pedeappennino piacentino e di quello parmense (anche se in minor misura) per i paleontologi del suo tempo, citando come frequentatori di quei luoghi Bellardi, Deshayes, Brocchi, Mayer, Hoernes, Michelotti, Doderlein, Jan, ecc.

Collezione Guidotti
La collezione Guidotti assume per i paleontologi una grande importanza al fine della distinzione di diverse ecobiozone nel Pliocene, basate sulle percentuali di estinzione dei molluschi con riferimento all’Emilia occidentale. Infatti l’interesse precipuo di tale collezione risiede nel fatto che Guidotti fu l’unico a formarla mettendo insieme direttamente il materiale, indicando per ogni reperto l’esatta località in cui era stato raccolto; criterio questo ben poco seguito a quei tempi. Proprio questa collezione contribuì all’idea del geologo scozzese Lyell di suddividere il Terziario in Eocene, Miocene, Pliocene e Pleistocene sulla base delle percentuali di sopravvivenza dei molluschi. Per questa sua attualità, e per il suo valore scientifico, è iniziato un primo tentativo di separarla nella sua concezione originale dalla collezione Cocconi; compito non facilitato dai diversi trasferimenti del Museo nel secolo scorso, ma non impossibile visto che ancor oggi sono conservati in buona parte i cartellini originali, manoscritti dallo stesso Guidotti

Collezione Levi
Questa collezione testimonia il primo tentativo di fare stratigrafia nell’ambito del Pliocene sulla base delle percentuali di estinzione dei molluschi anche se l’Autore non aveva avanzato ipotesi particolari, consapevole che le percentuali possono variare anche in ambienti coevi (pubblicata su Riv. Ital. Paleont., 1900)